BRUNO CIVARDI

Ci Sarà una volta

Ricordi, fantasie, racconti – Genesi Editrice, Torino 2016

Questo libro comprende trentadue racconti, quasi tutti quelli scritti dall’autore a partire dagli anni ’80 fino ad oggi. Il più vecchio di essi è Storia di paese, del 1981; il più recente Incontro in biblioteca, scritto nell’ottobre del 2015. I racconti non sono disposti in successione cronologica, secondo la data di composizione di ciascuno, ma si presentano raggruppati in sette sezioni, in un ordine volto a creare un itinerario, quali tappe di un viaggio interiore:

  • INFANZIA
  • SCUOLA E PAESE
  • TRITTICO GRECO
  • TRITTICO CRISTIANO
  • VECCHIE FAVOLE
  • NUOVE FAVOLE
  • CI SARA’ UNA VOLTA

L’opera accoglie inoltre alcuni testi poetici, collocati in punti strategici della sequenza narrativa. La poesia C’era una volta apre le letture, facendo da introduzione non solo alla prima sezione, ma a tutta la raccolta, con l’evocare la figura del vecchio nonno narratore. Il libro è chiuso dalla lirica Comedìa, posta come congedo.

Il curioso titolo dell’opera ritorce verso il futuro l’incipit canonico della fiaba: ma che significa veramente? Forse che passato e futuro sono destinati a fondersi e confondersi in un ciclico “eterno ritorno”; o forse che ciò è inevitabile che avvenga nella nostra mente, tanto rivolta al passato quanto assetata di futuro … e in effetti, l’ultima sezione della raccolta (quella appunto intitolata Ci sarà una volta, che dà poi il titolo a tutto il volume) vede passato, presente e futuro fondersi e confondersi, assumendo innanzi tutto le forme di un passato, ma ancora vivo e sottile dolore personale, trasfigurato in una visione di Aldilà (Risveglio); rivestendo quindi gli aspetti del presente, secolarizzato e agnostico, proiettato in un apocalittico, atroce futuro di pace e di assurdo benessere prima della parusìa del Cristo e della fine del mondo (Curiosi fenomeni); configurandosi quale inesausta ricerca di certezze da parte di un redivivo Giacomo Leopardi (Incontro in biblioteca) e infine apparendo come memoria dell’infanzia torinese, tutta racchiusa nella figura magica e archetipica del “cieco cantore” ucciso da un inconsapevole quanto crudele ladrone, che sembra rappresentare la scomparsa definitiva della poesia e dell’innocenza dalla vita del mondo (Il cieco di Borgo San Paolo). Non a caso, il libro si conclude con un omaggio a Dante, delle cui “antiche” parole è intessuta per intero Comedia, il testo che suggella tutto il percorso personale dell’autore, ma anche dell’umanità, con la visione futura e veramente finale di un Dio dal volto  umano.

CITAZIONI CRITICHE

Ci Sarà una volta

Il tuo raccontare diverte ed emoziona

Le cose che scrivi sanno essere evocative e dolcissime

La scrittura è semplice, garbata, accuratissima, perfetta

La prima sensazione che ho  provato è stata di riconciliarmi con la parola

ll professore – autore appare in tutta la sua umanità, sensibilità, fragilità

E’un bel narrare, che crea belle atmosfere

Il clou di questo narrare è forse l’attrazione verso l’elemento favolistico

La godibilità delle tue storie, storie in cui passa la vita (con il sorriso, ma anche con il dramma) riportano a un passato che sa di favola

C’è un’estrema attenzione ai mutamenti, ai passaggi anche minimi, insomma all’evolversi delle cose … un guardare al microscopio la realtà

Esiste oggi un problema di erosione della memoria, ma questa narrativa fa da buon antidoto

Si è con i personaggi, a vivere insieme con loro …

Due caratteristiche di fondo costituiscano cifra unitaria: il senso della misura e l’esemplarità, mai schematica