BRUNO CIVARDI
L’Ultima Avventura
Racconto della fine di una fiaba – Gonzo Editore, Firenze 2019
Luglio 1881: Carlo Lorenzini (Collodi), cinquantaquattro anni, un passato di combattente nelle guerre d’indipendenza del ’48 e del ’59, giornalista e scrittore di moderata fortuna, comincia a pubblicare i capitoli delle avventure di Pinocchio su un periodico per l’infanzia, Il Giornale dei Bambini, di Roma.
Con qualche interruzione, le pubblicazioni continueranno fino al concludersi della storia, nel 1883. L’edizione in volume della nota fiaba avverrà solo dieci anni dopo, nel 1893, a tre anni dalla morte di Collodi.
Nel testo dal titolo L’ultima avventura si immagina che, nella primavera di quell’anno (1881), il Lorenzini sia in vacanza sulle colline della Toscana tra Campiglia e Massa Marittima; e che qui, un giorno, entri nella bottega di un anziano falegname per farsi intagliare due cornici, in cui intende esporre altrettante stampe raffiguranti battaglie famose del Risorgimento. Il falegname ha un figlio tra i dieci e gli undici anni: un ragazzo difficile, disubbidiente e ribelle, al quale usa raccontare, a fini educativi e di ammonimento, curiose storie di sua invenzione. In tali racconti si finge che il ragazzo sia un burattino di legno, destinato a mutarsi in un vero bambino solo dopo che avrà imparato ad essere buono e onesto. In qualche modo il giornalista ruba l’idea all’autore originale, per farne poi un libro di successo, borghesemente accettabile.
L’ultima avventura è un lungo racconto (o romanzo breve) diviso in 23 brevi capitoli, tutti con un titolo. Si può considerarlo in parte prequel, in parte sequel delle Avventure di Pinocchio.
I fatti narrati si svolgono in Toscana, agli inizi degli anni Sessanta del Novecento. Il protagonista è un vecchio di oltre novant’anni, Giuseppe Occhiuzzo.
La sua è una vecchiaia incredibilmente sana e vigorosa, anche a livello sessuale. Ricco imprenditore, è titolare di un avviato mobilificio con sede a Massa Marittima, il quale invero copre attività illecite (usura, spaccio di droga). Si tratta di un personaggio sgradevole, che porta sulle spalle un odioso passato di turpitudini e violenze e che continua a vivere nel male anche l’estrema vecchiaia, mostrandosi insensibile nei riguardi di ogni persona e indifferente a tutto ciò che non gli risulti utile.
Tuttavia, da qualche tempo, le sue notti sono turbate da incubi, che richiamano situazioni e personaggi delle storie del burattino, da lui ascoltate e oscuramente interiorizzate durante l’età infantile … strani personaggi, cominciano a visitarlo e sembrano volerlo portare alla follia. Mano a mano che Pino ricorda il suo passato anche il lettore troverà familiari i volti che si agitano intorno a lui: assisterà all’ultima avventura di un personaggio che tanto tempo fa ha avuto una possibilità di redenzione, e l’ha sprecata.