Struttura,luoghi e tempi

Il racconto  è formato da trentadue capitoli (aventi ciascuno un titolo), riuniti in tre parti (senza titolo): la prima parte occupa i capitoli I-XII, la seconda capitoli XIII-XX, la terza i capitoli XXI-XXXII. Vi è infine un epilogo. Nella prima parte i fatti narrati si svolgono nei luoghi e negli ambienti che furono scenario dei Promessi Sposi: l’anonimo paesello nel territorio lecchese (Olate?), il palazzo di don Rodrigo, Monza e il convento di Santa Margherita, il castello dell’Innominato nella Ghiara d’Adda. Vi troviamo elementi, temi e personaggi che servono da aggancio con il romanzo manzoniano.

Nella seconda parte si svolge il viaggio per terra e per mare della protagonista, Maria Tramaglino: dapprima lungo l’Adda, da Chiuso a Lodi; poi attraverso l’Oltrepò Pavese fino a Novi e a Genova. Qui avviene l’imbarco su una nave che, toccando Livorno, Piombino, Portoferraio, Bastia e Civitavecchia, approda infine a Napoli.

La terza e ultima parte del racconto si svolge a Napoli: dal porto a Piazza del Mercato (con la basilica del Carmine), dal Borgo dei Vergini ad Antignano, da Posillipo a Palazzo Reale e Castel Capuano, fino al momento della fuga, ancora per mare, a Genova e di qui a casa. Le ultime tappe del ritorno sono solo accennate, nell’epilogo del romanzo.

La narrazione prende avvio da una data precisa: il 17 marzo 1647. Il mese di aprile è occupato dal viaggio a Genova, dove la protagonista rimane fino a metà maggio. A fine maggio la nave su cui è imbarcata giunge a Napoli. Il 7 luglio scoppia la rivoluzione antispagnola di Masaniello. Verso la fine del mese si può collocare il reimbarco e la fuga dalla città. In totale, un arco di tempo di circa cinque mesi.

Sintesi

Promessi Sposi

F. Gonin, dalla edizione definitiva dei Promessi Sposi (1840-42):
Renzo, Lucia e Agnese con la piccola Maria

Dopo la morte prematura di Lucia, la famiglia Tramaglino (ovvero Lorenzo, i figli, la nonna Agnese) ha lasciato il Bergamasco ed è ritornata al suo paese d’origine. Anche qui, Lorenzo ha avviato un filatoio; ma, avvilito dal dolore, non riesce ad occuparsi degli affari e si chiude sempre più in una sorta di apatica malinconia. La primogenita Maria (che ha sedici anni, è istruita, curiosa e intelligente) sta a servizio presso don Filippo, figlio adottivo del buon vecchio marchese che aveva ereditato i beni di don Rodrigo. Essendo vedovo, Filippo le ha affidato la cura dei suoi due bambini. Una domenica mattina, in chiesa, in occasione dei funerali di don Abbondio, Maria si dimostra particolarmente inquieta, tanto da far arrabbiare la nonna; in effetti la ragazza ha un carattere impulsivo e un po’ ribelle ed Agnese, temendo che commetta qualche errore, la sorveglia e la rimprovera come può. Nel pomeriggio, Maria fa visita a Bettina, moglie infelice di Menico, e confida all’amica di essere incinta. L’indomani Bettina ne parla a don Damiano, il nuovo curato; e il giovane prete, in un delicato colloquio con Maria, avendo intuito che il vero responsabile della situazione è don Filippo, si offre di intervenire e di andare a parlargli. Maria rifiuta, decisa ad assumersi le sue responsabilità e ad affrontare personalmente la questione. Si presenta al palazzo, ma viene insultata e respinta da donna Isabella, l’autoritaria madre del marchese. Un servitore (figlio di quello che aveva aiutato un tempo fra Cristoforo) le conferma che il padrone è partito, forse per Monza, o per Milano, o per Napoli, le città dove la famiglia possiede altre residenze. Maria si accorda con Menico, che fa il carrettiere, e prima dell’alba lascia la casa, facendosi portare a Monza. Ma qui Filippo non c’è: Maria trova provvisorio rifugio nel convento di Santa Margherita, dove conosce l’ormai vecchia Gertrude. Questa le consiglia di rivolgersi a colui che fu l’Innominato; ma quando Maria raggiunge il solitario castello scopre che il Conte è morto. Il Nibbio, che prosegue la missione caritatevole del suo amato signore, mette all’opera una rete di informatori milanesi e può comunicare con assoluta certezza a Maria che Filippo è in viaggio per Napoli.

K. Dujardin, Commedia dell'arte, 1657, Parigi, Louvre

K. Dujardin, Commedia dell’arte, 1657, Parigi, Louvre.

Con l’aiuto del Nibbio, Maria è accolta da una famiglia di comici dell’arte, la cui carovana è diretta a Genova. Per circa un mese, vive e viaggia con don Gaetano, sua moglie e i loro figli, imparando a stimarne l’arte e la generosa bontà, che si nasconde sotto l’apparente bizzarria dei comportamenti e delle parole. A Lodi la rappresentazione viene interrotta da un prete fanatico; a Genova Maria deve sostituire una delle figlie del capocomico e recitare a Palazzo Ducale, superando momenti difficili e dimostrando di avere appreso molto anche da quella esperienza. Poiché i comici intendono proseguire per la Francia, Maria va al porto e cerca un imbarco per Napoli: lo trova come mozzo, a bordo della Eleuterìa, ma solo perché si è travestita da maschio. Sulla nave il mozzo Lorenzino è fatto oggetto di attenzioni erotiche da parte di due loschi marinai e viene salvato dalle loro violenze grazie ad un intervento del comandante, Sòlomos. Questi è un appassionato di astronomia, convinto che i progressi della scienza porteranno finalmente ad un mondo libero e giusto, senza più superstizioni. Ma l’annuncio della conversione religiosa di Pascal lo getta nello sconforto, spingendolo a tentare il suicidio: sarà Maria a salvarlo e a placarne la disperazione con affetto e saggezza. Sòlomos rivela al mozzo che conosceva da sempre il suo vero sesso.

D. Gargiulo detto Micco Spadaro, Insurrezione di Masaniello e uccisione di Giuseppe Carafa, 1647. Napoli, Museo San Martino

D. Gargiulo o Micco Spadaro, Insurrezione di Masaniello e uccisione di G. Carafa, 1647. Napoli, Museo San Martino

Sbarcata a Napoli, Maria viene indirizzata a Piazza del Mercato. Dorme una prima notte all’aperto, ospite di una vecchia mendicante (che raffigura un po’ l’anima di Napoli); poi fa conoscenza di un aspetto problematico della realtà locale: la fiscalità esosa, esercitata con prepotenza dai gabellieri e dalle guardie spagnole nei confronti del popolo. Improvvisamente, arriva nella piazza Masaniello, che arringa la folla; ne segue un violento tumulto e nella confusione Maria si ritrova derubata. Don Giulio Genoino (consigliere politico di Masaniello) la porta con sé a Santa Maria Succurre Miseris, in un albergo per giovani donne in difficoltà: qui Maria rimane parecchio tempo, ma quando la sua gravidanza viene scoperta e lei fatta oggetto di insulti, preferisce andarsene. Si rimette alla ricerca di Filippo, ma inutilmente; cerca un lavoro, senza trovare nulla di onesto e giorno dopo giorno si tramuta in una mendicante disperata e quasi sull’orlo della follia. Per sua fortuna, incontra una coppia di buoni sposi senza figli, che hanno una linda osteria sulla collina di Antignano, e viene presa da loro come aiutante. Un giorno rivede, tra i clienti del locale, i due marinai che avevano tentato di violentarla: e fugge di nuovo, alla cieca, fino a stramazzare a terra senza forze. Prima di perdere i sensi, intravede Filippo affacciarsi dal finestrino di una carrozza, e guardarla intensamente.

Si risveglia nella villa di Filippo, a Posillipo, ma lui non c’è: è a Palazzo Reale, accanto al Viceré suo amico e parente. Maria aspetta alcuni giorni, assistita da una cameriera; quando però il notaio Fiorilli le propone di sottoscrivere un patto (in realtà voluto da donna Isabella, con cui è in combutta), in base al quale il figlio nascituro avrebbe assicurata una rendita, ma non sarebbe riconosciuto come legittimo, Maria lascia la casa intenzionata a raggiungere Palazzo Reale.

E’ il primo giorno della rivoluzione di Masaniello, Napoli sembra in mano ai lazzari. Maria si unisce a una carovana di donne, guidate dalla moglie di Masaniello Bernardina, che vogliono partecipare con i loro uomini all’assalto a Palazzo Reale; ma quando vi giungono, l’assalto è già concluso. Maria percorre i saloni devastati e osserva i segni della violenza su cose e persone: condivide sempre le ragioni della rivolta, ma è stanca e disillusa, e vuole solo ritrovare Filippo. Lo rivede finalmente, ferito, in un gruppo di prigionieri, arrestati perché hanno combattuto per proteggere la fuga del Viceré.

Filippo viene gettato in carcere, a Castel Capuano. Maria va a visitarlo e sulla porta del carcere incontra la cameriera, la quale le consegna una lettera del suo padrone, che il notaio voleva distruggere, in cui Filippo scrive che “la verità ci fa liberi, e la verità è l’Amore”.

Nella cella, Maria si rende conto che la ferita lo sta portando alla morte. Va in cerca di un medico per le vie della città, e ritrova a Piazza del Mercato il comandante Sòlomos, che fa venire dalla nave il medico di bordo. Questi viene condotto al capezzale di Filippo e gli estrae dal petto una palla di archibugio: Filippo sembra riprendersi e chiede a Maria di sposarlo. Le nozze sono celebrate da padre Salvatore, il frate assistente dei detenuti. Ora però tutto il gruppo è prigioniero, con l’accusa di tradimento.

Ma le cannonate spagnole colpiscono Castel Capuano, aprendovi una breccia, attraverso la quale Maria e gli altri possono evadere: Filippo viene portato via, sulle spalle, dal comandante. La nave salpa per Genova, mentre a Napoli infuriano i combattimenti tra l’esercito spagnolo e gli uomini di Masaniello.

Purtroppo la cancrena riprende il suo corso e Filippo muore, subito dopo aver consegnato a Maria il proprio testamento, dove il figlio nascituro viene dichiarato erede alla pari degli altri. Maria, come moglie legittima, eredita il palazzo che fu di Rodrigo. La salma di Filippo viene sepolta nel cuore del Tirreno. Maria, giunta a Genova, vi si trattiene fino a quando dà alla luce una bambina, che chiama Lucia.

Sinossi

  • 17 MarzoDomenica mattina. Nella chiesetta del paese si celebrano i funerali di don Abbondio. Nel pomeriggio, Maria fa visita a Bettina e si confida con lei.
  • 18 MarzoMattino. Maria va a parlare con il nuovo curato, don Damiano. Di notte, ha degli incubi.
  • 19 MarzoMattino. Maria porta a scuola i fratellini ed incontra Bettina, da cui apprende che il curato è stato messo a conoscenza del suo segreto; va da lui, decisa finalmente a confessare tutto. Intanto la signora Francesca fa visita ad Agnese e Renzo incontra gli operai della sua filanda in sciopero. Maria va a casa di Filippo, ma viene cacciata da donna Isabella, madre di lui. Passa il pomeriggio sola, in un bosco. A sera, prima di rientrare a casa, incontra Menico fuori dall’osteria del paese.
  • 20 Marzo – All’alba esce di casa. Colloquio con il padre. Il viaggio a Monza sul carretto di Menico dura fino al tardo pomeriggio. Filippo non è in città e Maria trova asilo per la notte nel convento di Santa Margherita, dove conosce Gertrude.
  • 21-22 Marzo Si trattiene in convento.
  • 23 Marzo – Mattino. Trova un barroccio che la riporta indietro e verso mezzogiorno è in vista del suo paese. Presso le porte del cimitero, non vista, vede il corteo funebre di Giannina, la bimba malata di Betttina. Invece di dirigersi verso casa, si incammina in cerca del castello del Conte Bernardino, dove infine è accolta dal Nibbio.
  • 24-31 Marzo – E’ ospite al castello.
  • 1 Aprile – Incontro con i comici e partenza da Chiuso per Genova, dove la carovana giunge verso a fine di aprile (dopo aver toccato Lodi, il territorio pavese, Novi Ligure, ecc.) e dove si trattiene fino al 16 maggio.
  • 16 Maggio – Nel pomeriggio, Maria va al porto in cerca di un imbarco. A sera, travestita da maschio, è imbarcata sulla Eleuterìa.
  • 17 Maggio – La nave salpa per Napoli, fermandosi a Livorno, Piombino, Portoferraio (dove si trattiene una settimana a causa del mare mosso; qui Maria rischia di subire violenza da parte di due marinai e una notte salva il comandante Sòlomos dal suicidio), quindi Bastia e Civitavecchia.
  • 29 Maggio – Sbarco a Napoli, all’ora del tramonto. Maria dorme all’aperto in Piazza del Mercato.
  • 30 Maggio – Al mattino, vede la piazza animarsi. Incontra vari personaggi: Bernardina, don Giulio Genoino e infine Masaniello, che arringa la folla e scatena un violento tumulto antispagnolo. Nella confusione Maria è derubata. Don Giulio la fa ricoverare a Santa Maria Succurre Miseris, dove si trattiene almeno quindici giorni.
  • 16 Giugno – Lascia il ricovero quando si scopre la sua maternità e viene per questo insultata ed accusata di ipocrisia.
  • 17-30 Giugno – Si riduce a vivere di elemosina, finché non incontra una buona coppia di maturi coniugi (Peppino e Serafina), che la prendono a lavorare nella loro linda osteria di Antignano. Qui però rivede i due marinai che avevano tentato di violentarla e per lo spavento fugge, senza una meta precisa, fino a perdere i sensi in mezzo alla strada. Viene trovata e raccolta da Filippo. Siamo alla fine del mese di giugno.
  • 1-6 luglio E’ ospite nella villa di Filippo, a Posillipo. Ma lui non c’è.
  • 7 Luglio – Al mattino, lascia la villa per raggiungere Filippo, a Palazzo Reale. Si unisce a Bernardina e ad altre donne del popolo, che vogliono partecipare all’assalto del palazzo. Trova finalmente Filippo, ferito e prigioniero. Questi viene portato a Castel Capuano e incarcerato, presumibilmente verso il mezzogiorno. Maria gli fa visita, poi va in cerca di un medico. Verso sera, Filippo riceve le cure del medico della Eleuterìa, che Maria ha condotto da lui insieme con il comandante Sòlomos. Tutto il gruppo viene trattenuto in carcere con l’accusa di tradimento.
  • 9 Luglio -Mattino. Filippo sembra riprendersi. Celebrazione delle nozze da parte di frate Salvatore, assistente dei detenuti. Castel Capuano viene bombardato: nella confusione che consegue, il gruppo può evadere e raggiungere il porto.
  • 9-10 Luglio – Di notte, mentre a Napoli infuria la battaglia tra gli spagnoli e il popolo di Masaniello, la Eleuterìa salpa per Genova. Durante la navigazione, Filippo muore. Maria si trattiene a Genova per partorire (presumibilmente ai primi di ottobre) e poi per accudire la sua bambina. Ma già desiderava e aveva stabilito di ritornare a casa, dalla sua famiglia.

 

Elementi storici e narrativi di sfondo al romanzo

  • 1628-1630: si svolge la storia di Renzo e Lucia, com’è narrata nei Promessi Sposi.
  • 1631: nasce Maria, primogenita di Renzo e Lucia.
  • 1647-1648: rivolta di Masaniello, e poi di Gennaro Annese, a Napoli.
  • 1648: fine della guerra dei Trent’anni e pace di Westfalia.
  • 1649: decapitazione di Carlo I Stuart, re d’Inghilterra.

In particolare, nel 1647:

  • Il re di Spagna è Filippo IV di Asburgo (1621-1665).
  • Il re di Francia è Luigi XIV di Borbone (1643-1715), ma ancora sotto tutela del Cardinale Mazzarino.
  • Il papa è Innocenzo X, ovvero G.B. Pamphili di Roma (1644-55).
  • L’Arcivescovo di Milano, successore di Federico Borromeo, è Cesare Monti (1631-1650).
  • Governatore spagnolo di Milano è don Inigo Fernandez de Velasco e Tovàr, succeduto al padre Bernardo nel 1646.
  • Vicerè di Napoli è don Rodrigo Ponce de Leòn, duca d’Arcos (1646-48).
  • Arcivescovo di Napoli è Ascanio Filomarino (1642-1666).
  • Doge di Genova è G. B. Lomellini (1646-1648).

Personaggi manzoniani nel nuovo romanzo:

  • Lorenzo Tramaglino, con la figlia Maria  (riguardo agli altri figli – che qui vengono ricordati coi nomi di Cristoforo, Federico, Prassede, Bernardino – il Manzoni si limitava a dire che “ne vennero col tempo non so quant’altri”, cfr. cap. XXXVIII ).
  • Agnese Mondella, madre di Lucia, nonna di Maria e dei suoi fratelli.
  • Sig.ra  mercantessa milanese o vedova (qui chiamata Francesca e considerata due volte vedova, perché si era risposata con l’amico di Renzo).
  • Sig.ra Tecla (vedova di Tonio), con figli e figlie.
  • Elisabetta ovvero Bettina, cugina di Maria.
  • Domenico ovvero Menico, cugino di Maria e marito di Bettina.
  • Il Nibbio (che ha ereditato il castello e le attività caritative del suo padrone, appena defunto).
  • Suor Gertrude.

Di don Abbondio si parla all’inizio della vicenda, in occasione dei suoi funerali. Altri personaggi vengono ricordati e citati: il marchese erede di Rodrigo (qui ricordato come il marchese vecchio, padre adottivo di Filippo), fra Cristoforo, il cardinale Federigo, don Rodrigo, il vecchio e buon servitore (padre di quello che, nel nuovo romanzo, aiuta Maria), il Griso, il vecchio oste del paese, l’Innominato (qui chiamato col nome storico di conte Bernardino), Egidio, e altri ancora.

Altri personaggi

A partire dal capitolo XIII (inizio della seconda parte del nuovo romanzo) compaiono solo personaggi di nuova invenzione (quali don Gaetano e il comandante Sòlomos, le due fondamentali “guide”, che trasportano Maria rispettivamente da Lecco a Genova, per via di terra, e da Genova a Napoli, per via di mare); si tende invece a dimenticare i vecchi personaggi, che non sono quasi più citati. Infine, a partire dal capitolo XXI (inizio della terza parte), entrano in gioco i principali personaggi storici del nuovo romanzo, tutti legati alle vicende napoletane: Masaniello, sua moglie Bernardina, don Giulio Genoino. Molti e assai vari sono anche i personaggi minori. Il personaggio di Filippo, teoricamente il maggior personaggio maschile di nuova invenzione, sempre sfuggente dinnanzi a Maria e allo stesso lettore, riappare soltanto nelle ultime pagine, dove si lascia finalmente conoscere. Si può affermare che l’ultimo personaggio (di valore soprattutto simbolico) è la piccola Lucia, figlia di Maria e di Filippo, la cui nascita chiude il romanzo, che si era aperto con la morte di don Abbondio. Morte e rinascita, dunque; ma va detto che già le esequie del vecchio curato, svelando in lui il pentimento e la conversione, erano state segnale di apertura e di speranza. “Chi può dire di conoscere veramente il cuore del prossimo?”: queste parole, pronunciate da don Damiano (Cap. I), possono costituire una chiave di lettura, o un leit motiv del nuovo libro.