IL RE E IL DIO

SINTESI DEL DRAMMA

Antiprologo:

Un Professore propone ai suoi Studenti una interpretazione della tragedia secondo la quale Dioniso prefigura Cristo, mentre Penteo rappresenta l’utopia negatrice della dimensione religiosa. Tutto ha inizio con l’annuncio della morte di Dio, da parte di un Uomo folle.

Prologo:

Dioniso è giunto a Tebe, accompagnato da un Coro di fedelissime seguaci asiatiche. Intende punire le sorelle di sua madre Sèmele (che non lo hanno mai riconosciuto come dio), e soprattutto vuole vendicarsi di Penteo, il giovane re figlio di Agave, il cui progetto politico tende ad escludere il divino dalla vita della città, nella convinzione che la ragione soltanto possa tutelare l’ordine e la pace.

Parodo:

Il Coro canta la gioia della partecipazione al culto di Dioniso, narrando la nascita del dio ed esaltandone le opere e i doni da lui offerti all’umanità.

Primo Episodio:

Le donne di Tebe hanno lasciato le loro case e sono fuggite sul monte Citerone, invasate da Dioniso. Anche Tiresia, sacerdote di Apollo, si accinge a celebrare il nuovo culto e convince Cadmo, padre di Agave, a fare altrettanto. Questi vorrebbe indurre il nipote a proclamare la divinità di Dioniso, ma Penteo si rifiuta: accusa Cadmo di stoltezza, e decreta gravi sanzioni nei confronti di Tiresia e della sua attività sacerdotale. Manda quindi i soldati ad arrestare il predicatore straniero che ha sconvolto la città.

Primo Stasimo:

Il Coro esprime, ironicamente, il pensiero ed il progetto politico di Penteo, e ne sottolinea infine l’empietà.

Secondo Episodio:

Il Professore prospetta agli Studenti un parallelo tra l’episodio evangelico di Cristo dinnanzi a Pilato e quello euripideo di Dioniso prigioniero di Penteo. Il dramma quindi prosegue con l’arrivo di un Soldato, che conduce Dioniso in catene. Segue un violento confronto verbale tra il re e lo straniero, che viene gettato in carcere per i reati di sovversione e lesa maestà.

Secondo Stasimo:

Il Coro inneggia alla Santità, intesa come rispetto del giusto limite: ma spesso i mortali sono ciechi e arroganti.

Terzo Episodio:

Si sente la voce di Dioniso, che minaccia la distruzione della reggia. Subito dopo appare lo straniero, libero ed incolume, salutato con gioia dalle donne del Coro. Appare anche Penteo, sconvolto, mostrando i segni della incipiente follia. Ma entra nella reggia un Messaggero, che reca notizia delle baccanti tebane rifugiatesi sul Citerone: ciò che egli ha potuto contemplare, e che tenta di descrivere, è un mondo di estrema pace ed armonia, una miracolosa restaurazione dell’età dell’oro; tanto che gli Studenti, interrompendo la rappresentazione, assicurano il Professore di avere ben compreso il senso dell’antica fede dionisiaca. Ma il Professore fa riprendere il racconto del Messaggero e gli Studenti si rendono conto dell’altra faccia di Dioniso: la severità della vendetta, la ferocia e la violenza. Infatti alcuni pastori, per far piacere al re, avevano cercato di catturare Agave e le sue sorelle, ma erano sfuggiti a stento alla reazione furiosa delle donne. Il Professore conclude le sue osservazioni, anticipando agli Studenti il finale della tragedia, con la punizione sacrificale di Penteo.

Terzo Stasimo:

E’ in due tempi. Dapprima il Coro canta con dolcezza un inno alla Giustizia e alla Pace, poi, con versi più rapidi e con aspro linguaggio, incita a fare vendetta di ogni empio antagonista di Dio.

Quarto Episodio:

Giunge un secondo Messaggero, che riferisce con orrore la morte del re: convinto dallo straniero a travestirsi da baccante e a raggiungere il Cicerone, per rendersi conto di persona dei riti dionisiaci, Penteo è stato scambiato per un giovane leone e letteralmente fatto a pezzi dalla selvaggia furia delle donne invasate. Agave stessa non lo ha riconosciuto e se ne va per le selve con la testa mozza del figlio infissa sul tirso. Inorridito a tale racconto, il Soldato di guardia al trono abbandona Tebe; mentre il Coro si dichiara soddisfatto perchè giustizia è fatta. Ma quando Agave rientra alla reggia, ancora in preda alla sua follia, anche il Coro è mosso a pietà. Ella è piena di entusiasmo per la caccia compiuta e chiama il figlio, affinchè partecipi al trionfo materno; solo quando Cadmo, con dolorosa pazienza, la aiuta a ritrovare la ragione, si rende conto dello scempio che lei e le sorelle hanno compiuto.

Esodo:

Il Coro ricorda le differenti sorti dell’uomo e ribadisce che Penteo ha ricevuto una punizione meritata, per quanto terribile. Ripete infine la sua speranza in un futuro di Pace e Giustizia.

Epilogo:

Si sente la voce di Dioniso, che intima ad Agave e alle sorelle di andarsene esuli da Tebe. Solo per il padre Cadmo viene annunciata, pur dopo lunghe traversie, la ricompensa dell’immortalità e della pace. Così termina la tragedia, nata in Grecia (ricorda il Professore) dal miracoloso incontro fra lo spirito di Dioniso e quello di Apollo.